Immagino tu abbia già controllato i rendimenti del tuo portafoglio. Ma meglio avere una rinfrescata. Da gennaio ad oggi, metà ottobre, questa è la situazione sui mercati azionari:

Purtroppo la situazione non è tanto migliore anche sui mercati obbligazionari.
Ed ecco che si fa sempre più pressante una vocina dentro di noi. Perchè per gli investitori, come in realtà per tutti gli esseri umani, l’unica cosa peggiore di perdere è dover ammettere di essere un perdente.
Questa sensazione potrebbe essere davvero problematica per i nostri risparmi perché potrebbe comportare un totale immobilismo nel cercare di sistemare i nostri investimenti. Ecco allora la lezione che ci dobbiamo portare a casa: dobbiamo ripulire il nostro portafoglio senza vergognarci
Non essere degli struzzi
Guardare le nostre perdite non le renderà più piccole, ma potrebbe farci sentire più piccoli. Così è naturale cercare di evitare di guardare troppo da vicino qualsiasi prova che possa minare la nostra convinzione di essere dei bravi investitori. Sto parlando dell’effetto struzzo, cioè rifiutare di guardare la realtà, preferendo mettere la testa sotto terra.
A Wall Street esiste un vecchio detto: “Taglia le tue perdite e lascia correre i tuoi profitti”. Il consiglio però sembra essere più facile a parole che nei fatti. Esiste infatti la tendenza per gli investitori di evitare di vendere un investimento quando è in ribasso. La finanza comportamentale ha identificato questo atteggiamento come effetto disposizione.
Troppo spesso si finge che non ci sia una perdita, oppure si spera che questa perdita si risolverà semplicemente aspettando momenti migliori. D’altra parte, non puoi realizzare una perdita senza renderti conto di aver commesso un errore.

Nei mercati al ribasso prendere buone decisioni spesso richiede l’ammissione di cose su noi stessi che preferiremmo ignorare. Senza parlare della paura che una volta venduto un asset, questo potrebbe risalire facendoti sentire un idiota due volte. È il classico pregiudizio di omissione.
Non c’è da stupirsi quindi che vendere in perdita sia così difficile e così tante persone si bloccano di fronte a un mercato ribassista, accumulando minusvalenze in portafoglio.
Mentire a se stessi
In uno studio recente, i ricercatori hanno esaminato come quasi 190.000 trader di un broker online internazionale abbiano utilizzato ordini stop-loss. Sono una tipologia di ordini che vengono utilizzati per limitare le perdite dei tuoi investimenti, vendendo automaticamente un asset se scende ad un prezzo al di sotto di un limite da te stabilito.
Ad esempio potresti acquistare un’azione a 40€ e impostare un ordine stop-loss a 36€, in teoria assicurandoti una perdita massima del 10% su questa posizione. È come se ammanettassimo il nostro investimento, non può scappare dai paletti che gli abbiamo dato.
In pratica, però, lo studio ci suggerisce che le persone diventano Houdini: quando un’azione scende verso i 36€, si tende a cancellare lo stop loss iniziale e crearne uno nuovo, più basso, magari a 34€. Se però l’azione continua a scendere fino ad avvicinarsi a 34€, valore del nuovo stop-loss, allora continuano a tagliare di nuovo lo stop loss, magari a 30€, e così via.
Quanto è comune questo tipo di comportamento? Nel recente studio, il 40% delle volte i trader online che avevano già piazzato ordini stop-loss hanno intrapreso azioni relative alle loro posizioni per abbassare ulteriormente le soglie di stop-loss.
Più i prezzi delle loro partecipazioni sono diminuiti, più i trader hanno abbassato i livelli di stop loss ai quali sarebbero stati automaticamente costretti a vendere. Invece di fermare le loro perdite, questi hanno finito per inseguirle. Volevano smettere, ma non ci riuscivano.

Ecco allora come fare pace con le tue perdite
Innanzitutto in mercati finanziari che per oltre sei mesi di fila ottengono queste performance negative, avere un portafoglio in perdita può essere assolutamente normale. Questa premessa però potrebbe portarci di nuovo all’effetto struzzo, evitando di analizzare potenziali problemi del nostro portafoglio nonostante il contesto macroeconomico non favorevole.
Fare pace con le tue perdite richiede una pianificazione in anticipo, un piano d’investimento non solo sui processi decisionali di acquisto dei prodotti finanziari ma anche una strategia nella fase di vendita.
Uno dei modi migliori per determinare se dovresti vendere un asset è progettare, in anticipo, dei criteri che ti portano a vendere o tenere una certa posizione. Questi potrebbero essere ad esempio:
- Delle stop-loss accettabili secondo il tuo profilo di rischio e propensione alle perdite (e rispettarle);
- Tenere conto di un peso che il nostro investimento deve rispettare nel nostro portafoglio;
- Identificare una volatilità accettabile dello strumento;
- Oppure seguire un’analisi economica più dettagliata che prende in considerazione diversi elementi fondamentali;
Un consiglio importante è non prendere queste decisioni nel momento in cui guardiamo il nostro portafoglio, magari nei nostri cinque minuti di tempo libero. Sarebbe più adeguato comportarsi come dei piloti di aerei. Cioè, redigere in anticipo una checklist e cercare di rispettarla il più possibile. Altrimenti finiamo come i trader che rincorrono le stop-loss come i cani da corsa con i conigli.
Facciamo un esempio:
Diciamo che hai comprato bitcoin l’anno scorso perché credevi che fosse una copertura protettiva contro l’inflazione, oppure perché pensavi fosse un buono strumento per diversificare il tuo portafoglio. Mettere in atto la tua checklist ti avrebbe impegnato in qualcosa del genere:
“Se Bitcoin scende quando l’inflazione sale, la mia tesi è stata smentita, e quindi devo vendere se perdo almeno il 25% in un periodo in cui l’inflazione supera 5%.”
Oppure: “Se quando i mercati scendono, Bitcoin scende ancora di più, allora non si tratta di uno strumento che può dare diversificazione al mio portafoglio”

Altre persone potrebbero avere ragioni diverse per possedere Bitcoin e quindi creare una checklist differente, ma non puoi cambiare i criteri di esclusione dopo il fatto compiuto, altrimenti torniamo alla storia dei trader che rincorrono le stop-loss. Quando la tua logica si è rivelata sbagliata, quello che dovresti fare è vendere, evitando, nel caso di BTC, gran parte del calo di quasi il 60% di bitcoin quest’anno.
Per la maggior parte degli investitori, l’acquisto e la detenzione di solito è la decisione giusta. Ma sbarazzarsi dei tuoi perdenti non fa diventare anche te un perdente.
E se avessi comunque sbagliato a vendere?
Abbiamo fatto la nostra checklist e l’abbiamo seguita, vendendo le posizioni che non erano più consone con la nostra strategia. Per sapere se abbiamo fatto la scelta giusta dobbiamo necessariamente seguire anche gli andamenti dei titoli perdenti e che abbiamo venduto. Cosa che uno struzzo non farebbe.
Dopo un po’ di tempo, però, scopriamo che i titoli che abbiamo venduto in realtà hanno sovraperformato il nostro portafoglio. Che fare? È arrivato il momento di appendere il nostro broker al chiodo e ritirarci dagli investimenti? Niente affatto.
Innanzitutto non dobbiamo farci prendere dai rimpianti. Come avrete intuito l’emotività può essere mortale per i nostri investimenti, e una delle emozioni più forti dell’essere umano è proprio il rimpianto. Questo aspetto può farci fare scelte impulsive o che ci fanno deragliare dalla nostra strategia, cercando di compensare quello che non siamo riusciti a prendere o che ci siamo fatti scappare.
In realtà un investitore più guarda al passato e più rimane indietro. La visione dell’investitore è e deve essere sempre il futuro e le nuove possibilità che può darci. Il resto è andato e non può ridarcelo nessuno. Un consiglio che forse è utile anche per vivere meglio.
Quello che possiamo fare invece è analizzare perché il titolo è andato meglio di quanto ci aspettassimo e migliorare le assunzioni e la costruzione della nostra checklist per acquistare e vendere i prodotti finanziari d’interesse. Si tratta di un approccio iterativo, molto logico e ragionato e che di stupido o di perdente non ha nulla.
Per questo bisogna fare pace con le nostre perdite, senza rimorsi ed agire per il bene del nostro portafoglio.
