Ultimamente, anche grazie all’inversione della politica monetaria della BCE, stanno diventando molto diffuse le pubblicità sui conti deposito e altrettanti risparmiatori vengono attratti da questi strumenti, probabilmente da dei tassi offerti che non si vedevano da dieci anni su questi tipo di strumento finanziario.
Quindi la domanda è lecita: è uno strumento valido da utilizzare per i miei risparmi oppure cova qualche trabocchetto sconosciuto? Vi racconto nel dettaglio la questione. Saranno delle indicazioni esaustive ma generali, per capire nel dettaglio se questo prodotto finanziario è utile ai vostri bisogni e nel caso quale conto deposito scegliere, vi consiglio di farvi affiancare da un professionista come il sottoscritto.
Cosa è un conto deposito?
È uno strumento finanziario molto simile ad un conto corrente. La differenza principale con quest’ultimo è che spesso il conto deposito non assolve la funzione di strumento di pagamento, quindi non potete comprare le caramelle al tabacchino con un conto deposito. In realtà non riuscite a farlo neanche con un conto corrente, ma va beh… Italia, la patria della digitalizzazione!
In cambio però, se versi dei soldi in un conto deposito, questo ti permette di ottenere dei tassi d’interesse maggiori rispetto ad un conto corrente.
Inoltre, come i c/c, i conti deposito (CD) godono di una tutela piuttosto interessante, cioè la FITD, un fondo che permette di erogare una garanzia sui soldi depositati fino a 100.000€ per ogni istituto bancario. Questa caratteristica è presente sui più comuni conti deposito e che sarebbe bene sempre verificare nel processo di valutazione della scelta dello stesso.
Per via di questa caratteristica quindi, i CD diventano degli strumenti di investimento praticamente garantiti e sicuri, in quanto anche se fallisse la banca con cui abbiamo aperto il conto, ci sarebbe il FITD che ci ricompenserà il capitale investito.
Quando parlo di garanzia e sicurezza, si intende del capitale investito, non del rendimento promesso. Se la banca con cui avete aperto il CD fallisce, il FITD vi ridarà indietro il capitale investito ma difficilmente la banca fallita riuscirà a darvi anche il rendimento promesso.
Un ulteriore caratteristica di questo strumento è la sua liquidabilità. Infatti il conto di deposito può essere libero, vincolato o svincolabile.
Nel primo caso, il cliente può prelevare o versare denaro, senza alcuna limitazione di tempo e di importo, e senza alcuna penalizzazione sugli interessi riconosciuti. Attenzione che alcuni conti deposito, anche se liberi, si prendono la facoltà di erogare le somme entro 32 giorni dalla richiesta.
Nel conto deposito vincolato, invece, il cliente beneficia di rendimenti più elevati solo se le somme restano depositate per un periodo di tempo prestabilito dal contratto e il cliente non può richiederne la loro disponibilità anticipatamente.
Per ultimo esiste il conto deposito svincolabile, che rappresenta un ibrido tra le due forme appena descritte. Infatti c’è un tempo minimo in cui i soldi devono essere detenuti nel conto per poter generare la remunerazione promessa, ma c’è anche la facoltà da parte dell’investitore di ritirare la liquidità al suo interno. In questo caso però gli interessi fino ad allora maturati non verranno goduti dall’investitore in quanto ha disinvestito il
capitale prima della scadenza prestabilita.
Fare esempio cd a 12 mesi e ritiro a 6 mesi
Regola generale: meno il CD è liquido (quindi vincoli temporali più lunghi) e più è alto il tasso d’interesse annuo offerto.
Da questa breve descrizione del prodotto abbiamo capito i vantaggi di questo investimento. Offre un rendimento più o meno alto in base alle condizioni del mercato (in questo periodo i rendimenti sono interessanti), non hanno un rischio perdita sotto i 100.000€ per via del FITD e possono essere più o meno liquidi in base alle necessità dell’investitore.

Le criticità dei conti depositi
È vero che esiste il FITD che ci dà una garanzia sull’investimento, ma questo non ci dovrebbe permettere di scegliere a cuor leggero la banca di riferimento. Questo perché il fallimento dell’istituto bancario comporta comunque delle rogne che sarebbe meglio evitare. Quindi nonostante tutto sarebbe comunque lungimirante valutare la tipologia di emittente e il suo grado di rischio di fallimento.
Altra attenzione molto importante è la seguente: occhio al marketing! Purtroppo esiste anche nel mondo finanziario e potrebbe nasconderci delle brutte sorprese. Di conseguenza il consiglio fondamentale è di guardare per bene i contratti. Questo perché le pubblicità di solito nascondono dei trabocchetti, ecco qualche esempio: il tasso comunicato, magari allettante, potrebbe essere solo promozionale e durare solo qualche mese per poi scendere ad un rendimento molto esiguo facendo scendere il tasso medio di tutto l’investimento; di solito ai nuovi clienti della banca viene offerto un tasso più alto; alcune promozioni dipendono dalla provenienza dei soldi, cioè portare nuova liquidità alla tua banca ti fa ottenere un rendimento più alto; un altra variabile può essere l’esistenza di vincoli alla richiesta di disinvestimento.
Inoltre i tassi del conto deposito sembrano non avere scadenza, ma in realtà possono cambiare nel tempo e di solito cambiano in base alle condizioni del mercato. Questo anche può essere uno svantaggio. Se infatti compro un titolo di stato, questo sotto certe condizioni può sovraperformare il mercato e questo è un bene per l’investitore. Mentre nel conto deposito se il tasso è superiore a quello che può offrire il mercato finanziario c’è un alta probabilità che le condizioni contrattuali cambieranno negativamente per l’investitore.
E visto che abbiamo introdotto il tema del rendimento spendiamo due parole anche su questo. I CD sono dei prodotti efficienti? Cioè hanno dei tassi competitivi? Per rispondere a questa domanda dobbiamo chiederci da dove arrivano i rendimenti di un CD.
Sicuramente non vengono dal nulla o da una presunta capacità delle banche di stampare moneta, cosa su cui alcuni credono, ma che non è vera. Vengono invece da investimenti effettuati direttamente dalla banca. Una parte dei guadagni ottenuti poi li redistribuisce ai clienti dei conti deposito.
Quindi è facile intuire che sui mercati finanziari esistono dei prodotti finanziari che rendono di più delle offerte dei conti deposito. Ed è proprio così. Ad oggi si possono trovare dei titoli di stato che vanno dal 3% al 4%, superiori ai tassi offerti dalla maggior parte dei conti deposito.
Oltre a questo elemento, esiste anche un’efficenza fiscale. Infatti i rendimenti dei conti deposito sono tassati al 26%, i titoli di stato al 12,5%. Quindi non solo sul mercato si possono trovare dei rendimenti superiori ma anche con una pressione fiscale inferiore.
Quindi se facciamo le giuste ricerche riusciamo ad ottenere dei rendimenti più alti e con un imposizione fiscale più leggera. Ed è proprio un lavoro che ho effettuato ad alcuni dei miei clienti. Gli ho fatto disinvestire una parte del capitale del conto deposito per investirle in prodotti più interessanti.

Quando usare allora un conto deposito?
Se l’investitore è assolutamente avverso al rischio, cioè non accetta la possibilità di perdere una parte del capitale, allora i conti deposito possono essere la scelta d’investimento migliore grazie al fondo di garazia di cui abbiamo discusso in precedenza.
Se invece si è disposti ad alzare (basta anche di poco) la propria propensione al rischio, allora si possono ricercare sui mercati dei prodotti più efficienti. Nonostante ciò si può comunque utilizzare il CD in maniera intelligente all’interno di una pianificazione finanziaria più ampia. Ecco come strutturare un’efficace gestione della liquidità:
Si può investire una parte marginale della liquidità in un CD libero, per ottenere un rendimento maggiore del c/c ma avere comunque una facile liquidabilità del capitale in caso di una spesa imprevista o un particolare bisogno di consumo.
Un ulteriore parte della liquidità invece la si può investire utilizzando la tecnica del laddering, ne ho parlato in questo articolo.
In breve, invece di investire ad esempio 5.000€ in un solo titolo di stato, si possono effettuare 5 investimenti da 1.000€ ciascuno su diverse scadenze temporali come nell’esempio rappresentato in tabella:
Investimento in un titolo di stato | 1.000€ | 1.000€ | 1.000€ | 1.000€ | 1.000€ |
scadenza | 6 mesi | 12 mesi | 18 mesi | 24 mesi | 30 mesi |
Il laddering ci consente di investire in titoli obbligazionari, ottenendo dei vantaggi superiori rispetto al CD, ma allo stesso tempo ci permette di avere un ricircolo della liquidità ogni volta che un titolo arriva a scadenza. In questo modo abbiamo costantemente della liquidità su cui possiamo decidere di volta in volta come utilizzarla: se investirla nuovamente oppure utilizzarla per consumi personali.
Ecco quindi un esempio di pianificazione finanziaria intelligente, con l’utilizzo anche di un CD. Se volete un consiglio personalizzato sui vostri risparmi basta contattarmi attraverso questo link. Posso offrire anche una short-list dei migliori conti deposito in circolazione tenuti conto di tutti i fattori elencati in questo articolo.